La prima visita

La prima visita durerà poco meno di un’ora a seconda del motivo della consultazione e della quantità di dati da raccogliere, mentre dalla seconda in poi, la durata sarà di quaranta minuti circa.

Anamnesi Valutazione

Il primo passo della consultazione è verbale, durante il quale il paziente racconta la propria storia ed espone il problema che lo ha portato in studio. 

Ripensare ai propri traumi o interventi chirurgici non è sempre cosi semplice e può succedere che il paziente dimentichi degli accaduti che torneranno poi alla memoria in un secondo momento, per esempio quando l’osteopata pone le mani sulla zona del corpo interessata.

Le domande mirate che vengono poste dall’osteopata sono necessarie a capire la tipologia di dolore ed iniziare a farsi un’idea della possibile diagnosi.

In questa prima fase è possibile che le informazioni raccolte facciano pensare ad una causa non di pertinenza osteopatica ed è possibile che l’osteopata invii il proprio paziente dal medico o addirittura in pronto soccorso.

Se il paziente ha dei referti medici può portarli con se per permettere al terapeuta di avere un quadro più completo e qualche volta, chiedere una traduzione del referto.

Valutazione

Una volta completata l’anamnesi, l’osteopata chiederà al suo paziente di restare in intimo, in modo tale da osservarlo senza interferenze da parte di abiti lunghi o larghi.

L’osservazione:

– l’osteopata osserva il paziente in piedi

– l’osteopata chiede al paziente di piegarsi in avanti, indietro, di inchinarsi a sinistra e poi a destra e valuta asimmetrie di mobilità ed eventuale dolore o riduzione del sintomo

– test specifici nella zona 

– test palpatori:

L’osteopata mette le mani sulle aree che hanno catturato la sua attenzione sia durante l’anamnesi sia nell’osservazione (ad esempio potrà effettuare test di mobilità della colonna, mettere le mani sul cranio e sull’osso sacro, oppure valutare la mobilità dei visceri)

Trattamento

La terapia manuale inizia con il cambiare di intensità del tocco, passando da una valutazione ad una vera e propria tecnica.

Le tecniche scelte sono concordate con il paziente che non è obbligato a subire delle tecniche che non gradisce o di cui ha paura. Una volta dato il consenso e trovato la giusta strategia di agire, il paziente si sentirà a suo agio e rassicurato, permettendo al suo corpo di non irrigidirsi e di non respingere il trattamento.

Qualora il vostro osteopata non lo facesse, non esitate a parlare e a chiedere le motivazioni oppure una tecnica alternativa a quella che non gradite.

Controllo

Alla fine del trattamento il paziente si rimette in piedi e l’osteopata effettua di nuovo un’osservazione per vedere se c’è stato qualche cambiamento a livello visivo (un cambiamento non è sempre visibile ad occhio nudo).

Il trattamento è finito, ma in realtà è appena cominciato perché il corpo impiega circa 72 ore per mettere in atto una strategia in risposta agli stimoli dati dall’osteopata durante 40 minuti.

Una volta che il paziente esce dallo studio può sempre contare sul contatto del suo osteopata per possibili informazioni aggiuntive o domande che sente il bisogno di fare, su possibili dolori che possono venire dopo il trattamento o sensazioni di stanchezza. 

In generale, a distanza di una settimana viene programmato un secondo appuntamento e statisticamente la media delle sedute non supera i 4 appuntamenti.

Per alcuni dolori, per esempio quelli di tipo cronico, da anni, è possibile che le sedute necessarie siano di più. 

Una volta terminato il ciclo di sedute il consiglio è di rivedersi durante l’anno per delle sedute di mantenimento per prevenire ricadute.

(Alessio Arnaldi Osteopata)

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