COLON IRRITABILE

05 giugno 2023

“Sindrome dell’intestino irritabile” (SII in Italia, nel resto del mondo IBS – Irritable Bowel Syndrome), ma viene comunemente riportata come “colon irritabile” o più semplicemente solo come “colite”. Praticamente, si tratta di una combinazione di disturbi addominali, variabili, che sono concentrati a livello del basso intestino, nella zona del colon. Disturbi molto frequenti, sia nelle donne che negli uomini (con un rapporto di 2:1). Si calcola, infatti, che oggi le persone che soffrono di questi problemi siano più del doppio rispetto a 15 anni fa. Sembrerebbe che oltre 1/3 della popolazione adulta lamenti sintomi da riferire alla sindrome dell’intestino irritabile almeno una volta nella vita, ma sono le donne che più spesso si recano dal medico. 

Una definizione medica più ampia colloca questa sindrome nei “disordini intestinali funzionali” ovvero nel gruppo delle forme patologiche che riguardano le principali funzioni intestinali basse (la motilità e l’evacuazione) senza che si possa riconoscere una tipica lesione intestinale di base agli esami istologici o strumentali. In rarissime eccezioni però, si conferma l’infiammazione dopo una indagine strumentale (con gastro-entero-scopia). 

Nonostante sia cosi frequente, ad oggi, non sono ancora chiari i fattori che possono provocare questa sindrome. Si può però correlare a questa malattia il ripetersi nel tempo di condizioni di stress psicologico, di ansia e di agitazione, unito anche ad un’alimentazione inadeguata e sedentarietà.

sintomi cronici ricorrenti:

I sintomi del colon irritabile sono variabili e diversi, ma tra i molti riportati dominano, il senso di fastidio addominale e la frequenza alterata nell’attività intestinale, nonché la consistenza. Il meteorismo viene riscontrato frequentemente, associato anche a nausea, cefalea, senso di spossatezza.

Si distinguono grossolanamente due tipi di sindrome: da colon spastico e quella da diarrea non dolorosa.

  • circa il 75% dei pazienti con questo disturbo NON richiedono una visita dal medico
  • mentre il 25% vanno dal Medico.

Questo a causa di fattori sociali e culturali.

Una volta che si è ottenuta una corretta diagnosi dal gastroenterologo, che avrà eliminato le ipotesi di diagnosi di altre patologie, si passa alla terapia che sarà rivolta al miglioramento dei sintomi. Si tratta di una ricetta di 3 elementi importanti e indispensabili quali l’educazione del paziente, la dieta e l’impiego dei farmaci.

L’educazione ed informazione del paziente è indispensabile per chiarire, rassicurare e offrire una corretta terapia al paziente. Il paziente sarà quindi guidato a fare mente locale sulle sue abitudini alimentari, cercando di individuare quali sono gli alimenti che favoriscono i disturbi e quindi eliminarli.

Quanto è importante l’alimentazione?

Non esiste una dieta uguale per tutti, ma va personalizzata.

Il consiglio, soprattutto quando c’è una fase acuta è la dieta LOW FODMAP:

alimenti a basso impatto fermentativo come:- Riso basmati- Parmigiano a lunga stagionatura- Olio EVO- Pane tostato o raffermo- Bevande vegetali (soia, riso, avena)- Yogurt senza zuccheri aggiunti- carne/pesce teneri o bianchi meglio se cotti al vapore

Da evitare:

prodotti integrali ad alto contenuto di fibre come:

– legumi

– alcune tipologie di verdura e frutta

– latte vaccino

– cibi irritanti o speziati

– carni grasse ed insaccate

– cibi ricchi in olio e che subiscono lunghe cotture

Alla risoluzione dei sintomi, sarà cura del nutrizionista re-integrare gradualmente i vari alimenti e insegnare al paziente come nutrirsi adeguatamente per convivere con questa patologia.

I farmaci potranno essere prescritti, se necessario: antispasmici, antidiarroici o agenti che aumentano la massa fecale.

Il trattamento osteopatico non si sostituisce alle terapie tradizionali, che possono arrivare fino all’assunzione di antibiotico specifico, ma accompagna la persona, alleggerendola dalle tensioni che si creano grazie all’infiammazione dei tessuti in fase acuta e che permangono anche in seguito. Oltre a questo l’osteopatia lavora sul mantenimento dell’equilibrio del sistema nervoso autonomo (lotta e fuga/riposo e digestione).

In una visita dal gastroenterologo le percentuali di diagnosi sono queste:

28% sindrome del colon irritabile

20% ulcera peptica

15% altre diagnosi 

14% malattie infiammatorie croniche intestinali

13% altri disordini funzionali

10% fegato

Microbiota intestinale

I batteri buoni:

1. bifidobacteria

2. eubacteria

3. lactobacilli

I batteri Patogeni:

1. Veillonellae

2. Clostridia

3. Staphylococci

4. Proteus

5. PS-aeruginosa

Ogni individuo ha una microflora complessa tipica che influenza salute e benessere.

L’equilibrio esistente tra i batteri buoni e cattivi ci permette di vivere in salute, ma quando questo viene alterato, compaiono i disturbi.

Alessio Arnaldi e Alba Neri nutrizionista