“Quando tutte le parti del corpo umano sono armoniche abbiamo una salute perfetta, quando non lo sono l’effetto è la malattia. Quando le parti vengono risistemate la malattia cede il posto alla salute.” A.T. Still padre dell’osteopatia
Si chiama “cefalea cervicogenica” ed è caratterizzata da un dolore sordo, non pulsante, che origina dal collo e si irradia sulla parte posteriore della testa. Il dolore può arrivare ad irradiare fino al livello della fronte, intorno all’occhio oppure all’orecchio.
È descritta tra le cefalee di tipo secondario ed è appunto la conseguenza di un dolore al collo che si ripercuote poi sulla testa.
Cause comuni per questo disturbo sono le lesioni, traumi o microtraumi della colonna cervicale e nei casi più sfortunati, malattie reumatiche oppure neoplastiche.
Il dolore ha partenza dalla cervicale e viene speso descritto come un dolore sordo e costante che peggiora con determinate posizioni o attività.
Può essere presente da un solo lato del collo o da entrambi ed è spesso accompagnato dalla rigidità della muscolatura del collo e ad una ridotta ampiezza del movimento.
SINTOMI
Tra i sintomi più comuni ci sono:
Dolore che irradia fino alla fronte, alla tempia, intorno ad un orecchio.
Visione offuscata e pesantezza
Dolore alle spalle
Dolore alle braccia
Nausea
Sensibilità alla luce
Vertigini
LA POSTURA
La postura della testa durante il lavoro può aumentare il rischio di innescare la cefalea ad origine cervicale ed è quindi molto utile, oltre al trattamento osteopatico, modificare, quando possibile, la postura che minaccia la nostra salute e il nostro benessere.
OSTEOPATIA
Dopo che il medico avrà diagnosticato questo tipo di cefalea ed avrà scartato le ipotesi di origine patologica, il trattamento osteopatico, unito a dei buoni consigli ed esercizi, sarà la medicina ideale che porterà alla risoluzione di questi sgradevoli sintomi.
La cervicale è spesso una vittima e non la colpevole; dobbiamo quindi lavorare in modo da alleggerirla dal peso che deve portare lavorando sulla colonna dorsale, sulle spalle e spesso sulla parte viscerale (stomaco, fegato, intestino) che spesso è legata ai disturbi della cervicale tramite le connessioni con il nervo Vago e il nervo Frenico.
La prima visita durerà poco meno di un’ora a seconda del motivo della consultazione e della quantità di dati da raccogliere, mentre dalla seconda in poi, la durata sarà di quaranta minuti circa.
Anamnesi Valutazione
Il primo passo della consultazione è verbale, durante il quale il paziente racconta la propria storia ed espone il problema che lo ha portato in studio.
Ripensare ai propri traumi o interventi chirurgici non è sempre cosi semplice e può succedere che il paziente dimentichi degli accaduti che torneranno poi alla memoria in un secondo momento, per esempio quando l’osteopata pone le mani sulla zona del corpo interessata.
Le domande mirate che vengono poste dall’osteopata sono necessarie a capire la tipologia di dolore ed iniziare a farsi un’idea della possibile diagnosi.
In questa prima fase è possibile che le informazioni raccolte facciano pensare ad una causa non di pertinenza osteopatica ed è possibile che l’osteopata invii il proprio paziente dal medico o addirittura in pronto soccorso.
Se il paziente ha dei referti medici può portarli con se per permettere al terapeuta di avere un quadro più completo e qualche volta, chiedere una traduzione del referto.
Valutazione
Una volta completata l’anamnesi, l’osteopata chiederà al suo paziente di restare in intimo, in modo tale da osservarlo senza interferenze da parte di abiti lunghi o larghi.
L’osservazione:
– l’osteopata osserva il paziente in piedi
– l’osteopata chiede al paziente di piegarsi in avanti, indietro, di inchinarsi a sinistra e poi a destra e valuta asimmetrie di mobilità ed eventuale dolore o riduzione del sintomo
– test specifici nella zona
– test palpatori:
L’osteopata mette le mani sulle aree che hanno catturato la sua attenzione sia durante l’anamnesi sia nell’osservazione (ad esempio potrà effettuare test di mobilità della colonna, mettere le mani sul cranio e sull’osso sacro, oppure valutare la mobilità dei visceri)
Trattamento
La terapia manuale inizia con il cambiare di intensità del tocco, passando da una valutazione ad una vera e propria tecnica.
Le tecniche scelte sono concordate con il paziente che non è obbligato a subire delle tecniche che non gradisce o di cui ha paura. Una volta dato il consenso e trovato la giusta strategia di agire, il paziente si sentirà a suo agio e rassicurato, permettendo al suo corpo di non irrigidirsi e di non respingere il trattamento.
Qualora il vostro osteopata non lo facesse, non esitate a parlare e a chiedere le motivazioni oppure una tecnica alternativa a quella che non gradite.
Controllo
Alla fine del trattamento il paziente si rimette in piedi e l’osteopata effettua di nuovo un’osservazione per vedere se c’è stato qualche cambiamento a livello visivo (un cambiamento non è sempre visibile ad occhio nudo).
Il trattamento è finito, ma in realtà è appena cominciato perché il corpo impiega circa 72 ore per mettere in atto una strategia in risposta agli stimoli dati dall’osteopata durante 40 minuti.
Una volta che il paziente esce dallo studio può sempre contare sul contatto del suo osteopata per possibili informazioni aggiuntive o domande che sente il bisogno di fare, su possibili dolori che possono venire dopo il trattamento o sensazioni di stanchezza.
In generale, a distanza di una settimana viene programmato un secondo appuntamento e statisticamente la media delle sedute non supera i 4 appuntamenti.
Per alcuni dolori, per esempio quelli di tipo cronico, da anni, è possibile che le sedute necessarie siano di più.
Una volta terminato il ciclo di sedute il consiglio è di rivedersi durante l’anno per delle sedute di mantenimento per prevenire ricadute.
La malattia da reflusso gastroesofageo (RGE) è causata da una risalita dei contenuti acidi dello stomaco (succhi gastrici) nell’esofago o nella cavità orale, oltrepassando la zona di protezione o linea Z.
In condizioni normali, questa risalita è considerata fisiologica e non provoca sintomi, danni o complicanze. In altri casi invece possono essere presenti sintomi che possono incidere negativamente sul benessere della persona.
Tra i sintomi più conosciuti c’è il bruciore di stomaco, a volte il rigurgito ed eventualmente può comparire un dolore al torace senza però che questo causi un’evidente lesione dell’esofago.
Possono inoltre essere presenti dei sintomi quali tosse secca, erosioni dentali, faringite… La posizione che favorisce la rimonta dei succhi gastrici è ovviamente quella da sdraiato (supina) perché in questa posizione è molto più semplice per i liquidi spostarsi verso la parte superiore del tratto digerente.
CAUSE
Una delle cause di questo disturbo è la non corretta chiusura della valvola che separa l’esofago dallo stomaco (cardias) e questo può essere dovuto a una beanza della valvola (rimane aperta), alla presenza di un’ernia iatale oppure ad una discinesia pressoria (troppa pressione nell’addome).
Il ruolo dell’osteopata in questo caso è lavorare sulla causa e scoprire a cosa è dovuto questo aumento di pressione.
Le cause possono essere alimentari, disbiosi intestinale, legate all’età (fisiologico nei neonati), oppure legate alla mobilità del muscolo diaframma addominale.
Normalmente nel torace è presente una pressione negativa che serve a far entrare l’aria nei polmoni, mentre nella cavità addominale è presente una pressione positiva.
Quando è presente uno sbilanciamento, con un aumento della pressione negativa toracica, ecco che il cardias può essere risucchiato verso l’alto e di conseguenza perdere la sua funzione di chiusura e protezione con successivo passaggio del contenuto dello stomaco nell’esofago.
OSTEOPATIA
L’osteopata interviene proprio in questo caso e attraverso delle tecniche manuali di rilascio, lavora al fine di riportare un giusto equilibrio di tensioni muscolari e di pressioni interne.
Il trattamento osteopatico ha come obiettivo riportare equilibrio e in questo caso l’equilibrio e il sincronismo del diaframma con i suoi due “fratelli”, lo stretto toracico superiore e il pavimento pelvico è indispensabile per permettere una buona mobilità dei visceri addominali e una riduzione della stasi dei liquidi (sangue e linfa) con conseguente digestione migliorata e riduzione dei fattori pro-infiammatori locali.
Uscendo dalla visita osteopatica potrei, sentirmi più leggero e più sciolto nei movimenti, respirare meglio, digerire meglio, aver ridotto il mio dolore e il mio disturbo da Reflusso.
Prima di prenotare una visita dall’osteopata di fiducia è sempre consigliato parlare con il proprio medico curante dei sintomi e se il medico lo ritiene opportuno effettuare qualche test o esame per escludere altre cause.
In generale la letteratura scientifica è a favore dell’approccio osteopatico nel GERD, come è possibile notare dagli studi di Eguaras et al. 2019 e di Diniz et al, 2014 riportati qui sotto.
Referenze
Eguaras, N., Rodríguez-López, E. S., Lopez-Dicastillo, O., Franco-Sierra, M. Á., Ricard, F., & Oliva-Pascual-Vaca, Á. (2019). Effects of Osteopathic Visceral Treatment in Patients with Gastroesophageal Reflux: A Randomized Controlled Trial. Journal of Clinical Medicine. https://doi.org/10.3390/jcm8101738
Rios Diniz, L., Nesi, J., Christina Curi, A., & Martins, W. (2014). Qualitative evaluation of osteopathic manipulative therapy in a patient with gastroesophageal reflux disease: A brief report. Journal of the American Osteopathic Association. https://doi.org/10.7556/jaoa.2014.036
COSA DICE LA NUTRIZIONISTA?
Se il reflusso gastro-esofageo è una condizione persistente o ricorrente è consigliabile anche una valutazione nutrizionale.
Il nutrizionista si occuperà di indagare sulle abitudini alimentari in modo da evidenziare quali possono essere quelle più errate e fornirà al paziente le indicazioni per contrastare il sintomo.
In linea generale i consigli per la condizione di RGE sono:
Mangiare circa due ore prima di coricarsi
Evitare: thè, caffè, cioccolato, menta, bevande gassate, alcool, succhi di frutta aciduli (ad esempio spremuta di arancia) soprattutto prima di andare a dormire.
Ridurre il sale aggiunto, i cibi sapidi e speziati che possono eccitare la mucosa gastrica
Preferire il pane raffermo o tostato
Non assumere cibi troppo caldi o troppo freddi
Moderare il consumo di latte e derivati interi preferendo i prodotti magri
L’apparato stomatognatico va indagato in egual modo perché molto frequentemente il reflusso gastroesofageo si associa a problemi di digrignamento e serraglio dei denti (bruxismo) fino ad arrivare ai disturbi respiratori del sonno.
l’Osteopatia è una scienza terapeutica naturale, fondata su una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano; si serve di ogni mezzo manuale di diagnosi per evidenziare le disfunzioni e l’assenza di mobilità dei tessuti che comportano un’alterazione dell’equilibrio generale dell’individuo.
L’Osteopatia, infatti, studia l’individuo nel suo complesso e non si accontenta di risolvere il sintomo, ma va alla ricerca della causa di ogni sofferenza che può trovare la sua localizzazione anche in un’altra zona corporea rispetto alla zona del dolore.
L’osteopatia, grazie proprio ai principi su cui si basa, interviene su persone di tutte le età, dal neonato all’anziano.